L’arte dell’Umbria in una mostra
di Francesco Pullia •
Una rassegna per celebrare nel modo migliore i cento anni della Galleria nazionale dell’Umbria prendendo spunto, sin dal titolo, dalla retrospettiva del 1907 che per la prima volta richiamò l’attenzione sulla fioritura artistica umbra dal Medioevo al Rinascimento. Ideata da Marco Pierini, direttore della Gnu e del Polo museale dell’Umbria, e da lui curata insieme a Cristina Galassi, con progetto di Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici, Tutta l’Umbria una mostra propone circa centoquaranta opere pittoriche realizzate dal XII al XV e, inoltre, gonfaloni, arredi lignei, lavori in pietra e di oreficeria, paramenti sacri, tessuti, merletti antichi, armi, bronzi, ceramiche, codici miniati indicanti ad ampio raggio i tratti distintivi della produzione artistica regionale. Visitabile fino a domenica 10 giugno, valorizza l’importante raccolta ospitata dalla Galleria arricchendola con opere provenienti anche dall’ingente patrimonio ecclesiastico (sono 180 i musei presenti in Umbria, tra pubblici, privati e appartenenti alla Chiesa). Il suo allestimento ha costituito il pretesto, da un lato, per restaurare in modo accurato (con uno stanziamento di centomila euro) diverse tavole meritevoli d’essere adeguatamente riconsiderate e, dall’altro, per una nuova e più approfondita rilettura critica del materiale esposto, come si evince dal catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, con saggi, oltre che dei due curatori, di Alessandro Angelini, Giulio Busti, Franco Cocchi.
Ci si trova innanzi a dipinti di grande pregio dovuti ad artisti eugubini, tra cui il pittore e miniatore Ottaviano Nelli con un polittico firmato e datato 1403, fabrianesi, come Allegretto Nuzi, Gentile, tra i maggiori esponenti del gotico, Antonio, e il Maestro di Staffolo di cui viene presentato un importante trittico, folignati, come Niccolò di Liberatore detto l’Alunno. E, ancora, si possono contemplare il cosiddetto “Trittico Marzolini” (dal nome dell’originario proprietario, il prelato Nazareno Marzolini), che secondo qualche studioso fu commissionato dai Templari (nella scena della Presentazione al Tempio, situata nello sportello di sinistra, spicca, stampata in sovrimpressione sulla tovaglia dell’altare, una croce rossa dello stesso tipo di una riscontrabile in un affresco della controfacciata della chiesa di San Bevignate), e straordinarie testimonianze di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Duccio, Matteo da Gualdo, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Giovanni Boccati, Benedetto Bonfigli, Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo, Antoniazzo Romano, Tiberio d’Assisi, Piero della Francesca (la grande pala di S. Antonio con l’Annunciazione sulla cimasa). Naturalmente non potevano mancare Pintoricchio e Perugino. Del primo si evidenzia soprattutto la prima produzione (sono messe a confronto due versioni della Madonna con il Bambino risalenti agli anni ottanta del Quattrocento), del secondo l’attività giovanile (San Girolamo penitente) e la piena maturità (Annunciazione Ranieri, dal nome della famiglia cui la tavoletta, 55, 5 x 42 cm, è appartenuta, e Sant’Antonio da Padova). La mostra prevede, compresi nel biglietto d’ingresso, percorsi guidati concepiti per un pieno coinvolgimento dei visitatori. Tra questi ce n’è uno, particolarmente interessante, volto a spiegare ai più giovani le complesse simbologie iconografiche medievali e rinascimentali