I cento anni della Galleria
di Francesco Pullia •
I cento anni della Galleria. Restyling dell’immagine e offerta di contenuti hi tech.
La Galleria nazionale dell’Umbria compie cent’anni. Era infatti il 17 gennaio 1918 quando la Gazzetta ufficiale riportò l’atto di nascita di quello che poi, nel corso del tempo, è divenuto uno dei maggiori musei nazionali. Si chiamava inizialmente Regia Galleria Vannucci, in onore di Pietro Vannucci, il Perugino, e ospitava il ricco patrimonio dell’Accademia cinquecentesca insieme ad opere provenienti da collezioni private e ad altre demanializzate. Oggi il percorso museale, disposto su due piani, occupa una superficie di quattromila metri e, nelle sue quaranta stanze, propone lavori di artisti prevalentemente medioevali e rinascimentali come Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Duccio, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, oltre, naturalmente, a preziose testimonianze degli umbri Benedetto Bonfigli, Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo, Perugino, Bernardino di Betto detto Pinturicchio. E non mancano tavole di pittori come Orazio Gentileschi, Pietro da Cortona, il Sassoferrato.
Ospitata nel cuore della città, nello storico Palazzo dei Priori, la Galleria nazionale dell’Umbria è andata via via caratterizzandosi come fiore all’occhiello di Perugia e tra le principali mete turistiche della regione. Non a caso lo scorso anno, stando alle stime ministeriali, i visitatori hanno raggiunto la significativa cifra di 59.600.
Per il centenario, il suo direttore Marco Pierini, avvalendosi di uno staff di giovani e appassionati studiosi, ha voluto proiettarla in avanti guardandosi, però, bene dal disancorarla dal passato. Anzi, come lui stesso ha tenuto a sottolineare, il piano di ristrutturazione è stato progettato nel segno della continuità. Ed ecco, dunque, innanzitutto il nuovo logo, molto stilizzato. Prendendo spunto dal vecchio acronimo, è un gioco di rimandi e collegamenti di curve intersecate da una diagonale. Dal primo febbraio sarà, poi, possibile collegarsi in rete con il nuovo sito basato sul rapporto sinestetico e interattivo tra immagine, testo e suono. Un valido strumento di informazione e insieme di approfondimento con notevole quantità di materiale a disposizione, tra cui schede (firmate) di ogni opera, e l’offerta di percorsi didattici diversificati. Oltre ai documenti archivistici, si procederà alla catalogazione e alla digitalizzazione sia delle opere esposte che di quelle collocate in deposito. I visitatori potranno avvalersi di un interessante sistema di audioguide. La loro presenza sarà indicata da apparecchi di rilevamento beacon, sofisticata tecnologia che consente ai dispositivi bluetooth di trasmettere e ricevere messaggi entro brevi distanze.
Considerato, inoltre, che anticamente Palazzo dei Priori ospitava una liuteria, si è pensato di tradurre in musica gli spartiti raffigurati nei vari dipinti. Affascinanti paesaggi sonori sono così scaturiti da un’accurata ricerca. Tramite flauti, cembali, cetre, organi, salteri, ghironde vengono ricreate le atmosfere dei periodi in cui sono state realizzate le varie tavole.
Addentrandosi nelle iniziative in cantiere, Pierini ha annunciato la pubblicazione di un annuario sul modello delle riviste di studio dei maggiori musei del mondo, di una collana di testi monografici in collaborazione con la casa editrice Aguaplano, nonché la commercializzazione di specifici taccuini Moleskine in cui, a cominciare da Roberto Paci D’Alò, artisti di volta in volta designati riporteranno immagini e impressioni destate dalla loro visita al museo.
Impegnativo anche il programma di mostre, la prima delle quali, prevista dall’11 marzo al 10 giugno, s’intitola Tutta l’Umbria una mostra. Ispirata alla storica, omonima, rassegna del 1907 che riscosse i favori di uno storico dell’arte come Bernard Berenson, proporrà, con dipinti, sculture, manufatti di oreficeria, codici miniati, ceramiche, l’arte umbra tra il Medioevo e il Rinascimento. Seguirà, dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, l’esposizione di tavole, comprendenti un periodo dalla fine del Duecento alla metà del Cinquecento, conservate nei depositi della Galleria nazionale dell’Umbria e sottoposte a indagini diagnostiche e interventi restaurativi. Alcune non sono mai state rese pubbliche fino ad ora. Un’occasione per conoscerle meglio e per eventuali nuove attribuzioni. La sala Podiani sarà infine animata, nel periodo di Umbria Jazz, dagli scatti con cui Guido Harari, tra i maggiori fotografi viventi, ha immortalato musicisti jazz, rock e realizzato copertine di dischi che hanno segnato i nostri giorni.