Bagliori di sogni al MANU. Mostra di strumenti per realizzare immagini
di Francesco Pullia •
Fino al 29 settembre è possibile visitare al Museo archeologico nazionale dell’Umbria (p.zza Giordano Bruno, 10, Perugia) Bagliori di sogni. Archeologia dell’immagine in movimento, una mostra che propone una consistente selezione di oggetti provenienti dalla raccolta di Luciano Zeetti, collezionista perugino creatore del Museo del giocattolo (con circa duemila giocattoli d’epoca, dall’Ottocento ad oggi). Si tratta di materiali concepiti per la realizzazione e rappresentazione di immagini, anche in movimento, in un ampio arco cronologico che dalla fine del Settecento arriva ai primi modelli della televisione.
Il percorso espositivo parte da lucerne provenienti dalle collezioni del museo (I, II e III secolo d.C), tra cui un lampadario fittile a dodici beccucci con presa lunata decorata da busto di Hekate-Luna e quattro catenelle bronzee e due lampade in bronzo dedicate alla dea Fortuna. Animate da flebile fiamma rischiaravano gli interni delle abitazioni precorrendo la lanterna magica.
Si prosegue con caleidoscopi, stereoscopi, lanterne magiche (si pensi a quelle realizzate dal lattoniere Auguste Lapierre con una tecnica per lo stampaggio dei metalli) e cromatopio, minuscoli teatrini ottici cartacei, prassinoscopio, folioscopio, megaletoscopio (come quello inventato dall’ottico Carlo Ponti, intorno al 1860, che consentiva di visionare con effetti prospettici lastre fotografiche o disegni di panorami, a seconda della luce, in modalità giorno/notte), fenafistiscopio e zoogroscopio in legno e cartone, kinetoscopio, i primi proiettori e le prime macchine da presa (cominciano ad affermarsi nel 1896 grazie all’attività della ditta Pathé), fino a giungere all’avvento della televisione (viene proposto un rarissimo modello Pye ad acqua del 1948).
Una raccolta di notevole valore antiquario, e non solo, incentrata sui primi dispositivi d’intrattenimento, poco più che giocattoli, volti a creare immagini in grado di generare l’impressione del movimento, convenzionalmente definiti con il termine “precinema”. Infatti solo con la prima proiezione dei fratelli Lumière, nel 1895 (ma non va dimenticato il pioniere italiano Filoteo Alberini), si potrà parlare di cinema vero e proprio. Una storia lunga tre secoli, caratterizzata dal fenomeno degli ambulanti che, lanterne in spalla, attraversavano i villaggi di tutta Europa per offrire spettacoli a beneficio di un’umanità esclusa dalla cultura delle immagini. Nel settore dedicato al cinema, oltre alle macchine da presa e da proiezione, si trovano anche rarissimi manifesti pubblicitari originali risalenti ai primi anni del Novecento. Merita poi particolare il raffinato catalogo, pubblicato da Fabrizio Fabbri editore a cura di Marco Saioni. Attingendo a fonti di stampa d’epoca, vengono raccontati gli esordi del cinema a Perugia con i risvolti sociali prodotti dalla nuova forma d’intrattenimento.